La spalla è rigida e provoca dolore, non è possibile muoverla e il contatto con altri corpi non fa che peggiorare la situazione: siamo davanti ad una patologia ortopedica fastidiosa e abbastanza diffusa.

Può prendere tanti nomi: capsulite adesiva Frozen Shoulder in inglese, ma è comunemente conosciuta come “spalla congelata” perché la sensazione è proprio quella di aver dimenticato questa parte del corpo dentro un freezer.

Ne soffre il 2% della popolazione, in particolare le persone tra i 40 e i 60 anni con una maggioranza delle donne rispetto agli uomini.

Riconoscerla non è facile, perciò in questo articolo cercheremo di elencare i sintomi della spalla congelata e anche i metodi più usati per un trattamento efficace.

Vediamoli subito!

Spalla congelata: cosa succede?

Prima di affrontare l’argomento, iniziamo con una breve descrizione dell’articolazione: la spalla è composta tra tre ossa (omero, scapola e clavicola) che si uniscono per formare una sorta di sfera capace di muoversi in diverse direzioni. Questa formazione è circondata da un tessuto connettivo chiamato capsula della spalla ed è attraversata da un liquido che la lubrifica.

Anatomia della spalla
Anatomia della spalla

Ora immagina le tre ossa che riescono a coordinare felicemente i movimenti grazie alla continua lubrificazione e risultano ben protette dalla capsula. In questo caso la spalla è perfettamente sana.

La situazione cambia quando la capsula diventa più spessa e tende a stringere le ossa, impedendo al liquido sinoviale di fluire regolarmente. Questo abbraccio via via diventa più stretto e la spalla sempre più rigida, fino a non riuscire a compiere neanche un minimo movimento. Inoltre, si creano intorno all’articolare delle aderenze che contribuiscono a peggiorare la situazione. Siamo in presenza di spalla congelata, un disturbo fastidioso e alla lunga invalidante.

Si tratta di una patologia progressiva: con il tempo peggiore e trovare una cura è più difficile.

Per tale motivo, è fondamentale riconoscere subito i sintomi che cambiano in base alla gravità della situazione:

  • All’inizio i movimenti della spalla risultano difficoltosi e provocano dolore, ma sono comunque possibili. Questa fase può durare anche nove mesi.
  • Nel periodo successivo, il dolore si affievolisce ma la spalla diminuisce il raggio dei movimenti possibili. La malattia è infatti progressiva e con l’andare del tempo, le possibilità di movimento si riducono gradualmente.

Se la spalla congelata viene diagnosticata e trattata con le giuste terapie o con intervento chirurgico pian piano potrà ricominciare a muoversi normalmente attraversando la fase chiamata di “scongelamento”. Lentamente il recupero sarà totale. La guarigione dipende dal soggetto e dalla gravità della situazione, il recupero completo può arrivare anche dopo due anni.

Spalla rigida o congelata: farmaci e terapia

Per risolvere il problema si può ricorrere a due tipi di trattamento: intervento chirurgico, nei casi più gravi; trattamento farmacologico, in quelli più lievi o in seguito all’operazione chirurgica.

La quasi totalità dei casi viene risolta con una terapia a base di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) a base di principi attivi come l’Ibuprofene o il Nimesulide.

Tali medicinali devono essere assunti sotto stretto controllo medico: solo un esperto può dare indicazioni esatte su tempi e modi di somministrazione. In questo modo si ha un effetto assicurato e si evita di peggiorare la situazione.

Un’altra soluzione è rappresentata dalle infiltrazioni a base di farmaci corticosteroidi. Il loro principio attivo è il cortisone, un potente antinfiammatorio che agisce direttamente all’interno dell’articolazione. Anche in questo caso è bene tener conto delle controindicazioni, chiedendo consiglio al medico: per esempio, i pazienti diabetici non possono avvalersi di questi farmaci.

Oltre, alla terapia farmacologica è utile anche la fisioterapia: esistono particolari esercizi che aiutano la spalla a riprendere la sua normale motilità. Un giusto mix di stretching e movimento accompagnato può davvero aiutare il fisico. Anche in questo caso, consigliamo di contattare un braso fisioterapista.

Infine, esistono diversi tutori che permettono di proteggere la spalla e che possono essere consigliati dal medico nella fase post-operatoria. Si tratta di fasce e tutori che permettono all’articolazione di riprendersi normalmente.

Il tuo medico ti ha consigliato un prodotto di questo tipo? Scegli tra i tanti articoli per ortesi della spalla e ritrova il benessere del tuo fisico!